“Riflessioni di Pace”. La nota critica
di Anna Maria Trinchieri
Anche quest’anno, come già precedentemente, gli Artisti Soci di Art Arvalia hanno avuto l’onore e il piacere di organizzare la mostra “Riflessioni di pace”, nell’accogliente e luminoso spazio annesso alla chiesa del Santo Volto di Gesù alla Magliana, gentilmente offerto dal parroco Don Luigi, cui rinnoviamo i nostri più sentiti ringraziamenti.
Il tema della Pace, molto coinvolgente e pregnante di significato, soprattutto per i tempi tragici che oggi viviamo, è stato trattato dai nostri Artisti con sensibilità, angolazioni e prospettive molto diversificate, nonché utilizzando tecniche sperimentate, molteplici e personali.
Entrando nell’aula ci accoglie l’opera d’arte concettuale modulare di massa con l’immagine centrale di una colomba bianca che emerge da un cielo dorato, dove i visitatori hanno espresso i loro pensieri sulla Pace e, poi, proseguendo, in senso orario, ci lasciamo “abbracciare” con passione come in un “canto” corale dai colori e le forme delle opere di pittura, pastello, grafica, scultura che spiccano sulle tonalità pastello delle pareti.
La Pace è stata interpretata dalla “mano” esperta di Paola Salvini, artista sensibile e poliedrica, in Missione di pace, come sogno di una realtà ancora da attuare, speranza profonda di un mondo diverso, nel sipario di luce che si apre in uno scenario infernale di guerra, con alberi e fiori lungo un ruscello gorgogliante di vita, trattati con la sua peculiare vivace delicatezza di toni, segno di un mondo interiore ancora intatto.
In Dea fragile la Pace è vista – in aggancio al messaggio mitico degli Arvali, nostri padri concittadini portuensi – come “frutto generoso della composizione dei conflitti umani secondo giustizia”, da Antonello Anappo che, in un suo peregrinare, ha ritrovato a Parigi (Louvre) un antico bassorilievo proveniente dal nostro territorio, da lui ora riprodotto a sanguigna, che rappresenta i “Suovetaurilia”, un rito di propiziazione dei Sacerdoti Arvali in onore di Dia, la “dea della pace tra le forze di sopra e sotto la terra e della pace come concordia tra gli uomini”, bene, comunque, sempre a rischio, perciò bisognoso di difesa.
La Pace è colta dalla valente acquarellista Vincenza De Petrillo nella sua fragilità, nell’impalpabile Battito d’ali, dove si aprono, sul fondo variegato di blu, voli di gabbiani verdi simbolo di speranza, o come risultato di un arricchimento personale a ridosso di contrasti che sono alla base dell’esistenza, in Chiaro e Scuro, dove emerge che, spesso, proprio dagli opposti, nasce l’Armonia cioè la Pace.
Considerata come elemento indispensabile per la sopravvivenza dei più deboli e più indifesi, come i bambini, da Michela Giustolisi che, in Colomba 1 – Colomba 2, riesce a comunicare un senso di pathos nello sguardo impaurito del ragazzino dietro le sbarre che, oltre ogni ragione, spera di poter “evadere” insieme alla colomba che è giunta pronta e sensibile al suo richiamo.
Primo Gambini, nell’originale Germogli di Pace, pregevole scultura in rame, fa emergere dalla roccia di granito, miratamente scalfita per evocare le devastazioni della guerra, un filo spinato dal quale germogliano, per rivolgersi verso il cielo, foglie di ulivo, segno inequivocabile di Pace.
Amalia Coletti in Speranza 1 – Speranza 2, rappresenta, con la sua sperimentata tecnica pittorica e sicurezza di linee, una colomba che vola su una città senza verde, satura di cemento e di smog, portando la speranza di una vita migliore, e un’espressione drammaticamente turbata nello sguardo del piccino, quasi un angelo senza ali, in attesa di qualcosa di rassicurante che, forse, non verrà mai.
Attuali e coinvolgenti le tematiche svolte da Marzia Marturano, che in Colloquio di pace, figurativo simbolico (inchiostro su carta), mette a confronto culture diverse attraverso “…due donne unite per la stessa idea di libertà e pace al di là delle loro tradizioni di appartenenza. Ascolto e dialogo nel silenzio. L’opera è una sintesi della grande idea di amicizia, virtù da comprendere e da tutelare…” . In Sinai – Riflessioni, riflette sulla pace in un viaggio solitario nel deserto del Sinai. “Con l’ardore e con la dolcezza si preannunciano esperienze miracolose per esistenze pacifiche”. “E’ più arido un contesto di cuori induriti piuttosto che miliardi di granelli di sabbia disegnati dal soffio del vento…”.
Silvana Vernotti, eccellente acquarellista e acquafortista, ci sorprende con Riflessioni, dove si evoca l’armonia che si sprigiona dalle note musicali e riesce a condurci nel regno della Pace, quella vera, che sentiamo dentro al nostro cuore, e, nell’Annuncio della Nascita del Redentore, ci comunica la certezza della salvezza e della pace nel mondo.
Un forte luminoso chiarore ci attira e ci conduce nel quadro di Mari Clemente, Ricerca di Pace, dove un’araba, sfuggendo ai fragori della guerra, corre verso “l’uscita” alla ricerca della luce = pace: riuscirà a trovarla? Nella Maternità si rinnova la dolcezza dell’avere in grembo un bimbo, portatore di speranza e pace, espressa da una sapiente atmosfera cromatica.
Condivisibile e stimolante per ulteriori riflessioni, il messaggio di grafica e scrittura di Marcello Ruali, Insicurezza del domani e La guerra non si fa solo con le armi, in cui si afferma che una pace universale richiede la totale scomparsa dell’angoscia dovuta all’insicurezza del domani, tragica situazione del nord e del sud del mondo odierno: non soltanto i paesi poveri o emergenti ma anche le civiltà “occidentali” tecnologicamente avanzate, soffrono di questa penosa situazione di incertezza del futuro. Non solo le armi vere e proprie, sono strumenti di guerra, ma anche la filosofia, la religione, l’istruzione possono diventarlo, così come il menefreghismo o la convinzione di supremazia personale e collettiva impediscono all’uomo di “comunicare con simpatia e carità” e di analizzare in modo esatto le condizioni altrui, apportando, dove possibile e con grande rispetto, eventuali aiuti.
Un grazie a Liliana Scacchi che, con la sua Costruzione di pace, in cui manifesta una maturazione nel trattare forma e luce, invita gli uomini di diverse razze ad unirsi nella realizzazione di un nuovo mondo d’amore e di pace: la colomba, posta al centro dell’opera, sembra voler sostenere e benedire l’impresa certamente non facile…
Sergio Mieli continua a stupirci con la fresca sensibilità di “fanciullo” che conferisce alle sue opere, Pace = fratellanza tra i popoli e Pacifismo, una particolare suggestione: l’arcobaleno sul mondo ci dà speranza per un futuro d’amore in cui gli uomini possano comunicare e capirsi, la parola Pace viene scritta in tante lingue perché il suo messaggio possa arrivare facilmente a tutti, persone di razze diverse colloquiano in relax su comodi divani, esprimendo reciproca empatia, benevolenza e amicizia.
Molto apprezzata, per l’intensa drammaticità che comunica, l’opera Mai più di Giselda Cacciani, maestra nell’evocare stati d’animo particolarmente intensi, con tonalità monocrome ben calibrate e sfumate, come in questa Crocifissione di Gesù: dal Suo sacrificio l’uomo ha potuto intraprendere la strada della Salvezza e della Pace, come ci comunica l’intensa luce che si sprigiona dalla Croce.
Gian Giacomo Carta, noto stimato scultore, presenta una bella Madonna afgana, che ci rapisce col suo sguardo attento e preoccupato per l’incolumità del Bambino, che si sente invece tranquillo nel caldo e sicuro abbraccio materno. Particolarmente simpatici i suoi stivaletti…!
La nostra attenzione si ferma rapita di fronte ai due volti del Cristo, Il Sacro volto e Sacrificio, così ben delineati e rappresentati dal tratto delicato e sensibile di un’artista particolare, Giuliana Mancini, che ha voluto soffermarsi sul sacrificio dell’Uomo-Dio, sul suo significato e le implicazioni nella vita di ogni uomo.
Al centro della sala un breve corridoio ci conduce di fronte a un’opera pregevole di Sonia Tubaro, Gli Apostoli del nostro secolo, di grande richiamo, unica nel suo soggetto e densa di significati: subito individuabile la prospettiva leonardesca dell’Ultima Cena, scelta, perché opera molto nota e da tutti ricordata, come “scenario” dell’agape intorno al Cristo di personaggi famosi, nel campo politico e religioso, che si sono prodigati per diffondere la pace nel mondo.
Aldo Ferrotti nell’Incontro tra Popoli, con tecnica sicura e sperimentata, “illumina” un mondo “nuovo”, come racchiuso dalle strette di mani che si allungano dai diversi Continenti, coinvolgendoci quasi in un “abbraccio” fraterno; in Maternità, con linee sapienti e sintetiche, riesce ad evocare, in modo espressivo e diretto, la dolcezza e unicità dell’amore materno.
“La colomba della pace per volare ha bisogno di una atmosfera che alzi le sue ali…”. Ispirata ad una frase di I. Kant, l’opera originale di Anna Maria Trinchieri, esperta nei giochi di colore che esprimono nel contempo sensibilità e drammaticità, rappresenta un arcobaleno su fondo notturno, dove una colomba nera, ferita a morte, tenta invano di librarsi in aria da un mondo di caos, violenza, guerra, dove non c’è ancora assolutamente “volontà” di pace, solo nello sfondo si intravede, lontano, un piccolo sole, remota speranza di un’altra vita.
Vittorino Ugolini ci dona una suggestiva Crocifissione, dove un esangue Cristo campeggia chiarissimo su uno sfondo molto scuro, appena rischiarato dal rosso del tramonto, dove appena si individuano le pie donne unite in un abbraccio di dolore: il sole lontano ci comunica la speranza di Pace e riscatto; nell’Invocazione di Pace, la colomba non vola ma è ferma, poggiata sul mondo, quasi a comunicarci la certezza di un avvento di Pace non più solo vagheggiato: un messaggio positivo e pieno di fede!
Maurizio Bruziches con Maternità e Purgatorio, due opere di sicuro impatto emotivo, ci racconta la storia dell’uomo, di ispirazione autobiografica, dalla nascita alla morte: al centro sempre la donna, forse evocazione della mamma dell’Artista, a sinistra un “angelo” che controlla la situazione, piuttosto drammatica, tormentata, come si presenta la vita di ogni giorno, il gatto/diavolo rappresenta la negatività, così come la mattanza dei pesci; l’umanità comunque anela al paradiso, attraverso il purgatorio, per lasciare definitivamente questa terra dilaniata dalla violenza apocalittica, senza speranza di riscatto: vengono in mente le parole di Mark Rothko: “…Il mistero della vita è che non abbiamo alcuna risposta al riguardo e… che il tragico ci accompagna dalla nascita alla morte… E non possiamo rinnegare lei né le sue tragiche implicazioni…”.
Un messaggio positivo , anche se nasce da una realtà composita e piuttosto violenta, si legge chiaro nella larga pennellata azzurra, simbolo di qualcosa di più sicuro ed armonioso, che si apre dal volo di una “colomba”= luce, posta quasi al centro della grande tavola Trinità segno di pace di Liliana Ummarino, artista di punta nell’Arte contemporanea: “Trinità intesa come unicità e diversità della natura vivente, che comprende le tre entità, il mondo umano, animale, vegetale, Trinità come imprescindibile verità distinta ma unita nella forza della speranza, baluardo cui affidiamo la nostra immortalità, mistero universale, unica certezza…”.
Maria Grazia Pavia, nel quadro La pace, rappresenta con tinte vivaci e calde una meteora che fa scendere sul mondo la bandiera della pace, speranza di una risoluzione delle contese e delle ingiustizie, nell’Albero della Vita riesce, con tecnica sicura e originale nell’uso del filo di lana, a creare il senso della continuità della vita, nonostante nel mondo sia ancora presente la guerra, foriera di morte.
Molto coinvolgente e particolare, anche per le non comuni sfumature verde acqua di mare, l’opera di Valentina Falcucci Sott’acqua, dove una fanciulla, quasi una colomba, sott’acqua, finalmente, può trovare la dimensione di una “vita” più consona e accogliente, senza armi, senza guerre, senza violenze, con tanto silenzio e senso di pace: trasformazione in immagine di un recondito anelito ad una esistenza più serena, priva di stress e ansie.
Chiudono il “cerchio” variopinto e variegato della mostra, le opere della stimata e nota artista Maria Grazia Addari, Omaggio a Botticelli e La Pace: nella “Madonna col Bambino”, perfetta imitazione botticelliana, è immediato il riferimento alla Nascita di Gesù nostro Redentore e portatore di Pace agli uomini di buona volontà; ne La Pace, quadro ispirato ad Adamo rappresentato nella volta della Cappella Sistina da Michelangelo, un turbine di vento muove le bandiere di tutto il mondo, rappresentato nel vortice delle vicissitudini umane, sotto lo sguardo vigile del nostro progenitore. Le colombe si muovono nello spazio, a volte colpite a morte, comunque, sempre, portatrici di pace: lo stile inconfondibile dell’artista ancora una volta si afferma senza incertezze e comunica al visitatore una piacevole sensazione di armonia ed equilibrio.
Un grazie di cuore a tutti gli Artisti partecipanti!
Prof.ssa Anna Maria Trinchieri
Responsabile del Settore critico-letterario Art Arvalia